Mario Monicelli (Viareggio, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010).
Uno dei più grandi registi italiani di sempre - l'ultimo dei grandi, come l'ha definito Repubblica -, esponente assieme a Dino Risi e Luigi Comencini della commedia all'italiana, si è suicidato ieri sera buttandosi dal quinto piano dell'ospedale romano San Giovanni, dove era ricoverato per un tumore alla prostata.
La notizia lascia un grande vuoto e una grande tristezza nel sempre più povero (vuoi anche per i tagli alla cultura contro i quali il regista si batteva) panorama culturale italiano, ma conferma ancora una volta la coerenza di questo grande personaggio che, piuttosto di finire i suoi anni attaccato a tubi e macchinari, ha scelto come e quando morire. Anche a 95 anni.
Di lui è importante ricordare tanto la ricchissima e storica produzione cinematografica (Amici miei, I soliti ignoti, Un borghese piccolo piccolo, L'armata Brancaleone, ecc) quanto l'attivismo ideologico che, a Marzo dello scorso anno l'ha portato a consigliare ai giovani, tramite i microfoni di Raiperunanotte, di
"Spingere con la forza e non tacere. Dovete usare la vostra forza per sovvertire, protestare. Fatelo voi che siete giovani. Io non ho più l’età".
E, per omaggiarlo, niente di meglio che la celeberrima scena della supercazzola al vigile di "Amici miei":
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