venerdì 29 ottobre 2010

#Podcast - 28 Ottobre



Altra puntata per Ragoo.

Amanti del vinile e della musica da collezionismo. Questo il tema della puntata di giovedì scorso (ieri), arrivando fino alla web pirateria e al download abusivo...anche se in maniera molto poco approfondita. Ci vorrebbero due ore di trasmissione per farlo! Ma forse poi, non dovremmo essere proprio noi a farlo...

Noi partiamo con uno spunto. Poi, se vi va, a riflettere sull'argomento ci penserete voi! A giovedì prossimo, al solito orario! A pranzo!

playlist della giornata:

Best Coast - Boyfriend (Crazy For You, Mexican Summer, 2010)
Tom Waits - Lie To Me (Orphans: Brawlers, Brawlers & Bastards, ANTI, 2006)
Abe Vigoda - Dream Of My Love (Chasing After You) (Crush, PPM, 2010)
Foals - Blue Blood (Total Life Forever, Transgressive, 2010)
Dente - Buon Appetito (L'Amore Non E' Bello, Ghost, 2009)
No Age - Glitter (Evreything In Between, Sub Pop, 2010)
Mumford And Sons - Sigh No More (Sigh No More, Island, 2009)

Album 2.0: dopo gli Arcade Fire è la volta di Kanye West

Vi ricorderete sicuramente The Wilderness Downtown, il recente esperimento di promozione per il nuovo album, tramite google chrome, operato da parte dei canadesi Arcade Fire.

Beh, solo bazzecole per Kanye West. My Beautiful Dark Twisted Fantasy, ultimo lavoro dell'americano, presentato alle masse con un piccolo ma grande video, quello di Power, ha ora il suo battesimo finale con un cortometraggio di circa 35 minuti.

Runaway è diretto dallo stesso West, il quale ha tratto, a dir suo, ispirazione da Federico Fellini, Stanley Kubrick e Karl Lagerfeld. Punta in alto il ragazzo. Nel video oltre a ballerine di danza classica, donne piumate e ignude, nonché un numero spropositato di incappucciati alla Klu Klux Klan, faranno da colonna sonora anche altre tracce dell'album.

Per chi volesse la versione mini, può recarsi qui. Chi invece preferisce avventurarsi nell'intera opera prima del rapper-regista prema play qui sotto. A voi il giudizio su quanto stia aumentando anno in anno la sua spocchia.

giovedì 28 ottobre 2010

La strage di Nassyria raccontata da chi l'ha vissuta: è il film 20 Sigarette, di Aureliano Amadei


20 Sigarette altro non è che la storia realmente vissuta da Aureliano Amadei, che un giorno si è visto proporre un lavoro in Iraq al seguito del regista Stefano Rolla e che in Iraq ci è rimasto, appunto, il tempo di 20 sigarette. Aureliano, infatti, è stato l'unico civile a sopravvivere alla strage di Nassiriya il 12 Novembre 2003.

Parlando del suo film alla stampa Amadei ha detto: "20 Sigarette è il frutto di una lunga elaborazione dell'esperienza più atroce della mia vita, nel tentativo di trarne qualcosa di costruttivo. Una tale elaborazione comprende tutti gli aspetti dell'esistenza e mi spinge a raccontare, oltre all'attentato in sé, la persona che ero prima, la persona che sono ora, l'umanità che ho incontrato in questa avventura, i sentimenti.Sì, perché si tratta di un film di sentimenti, più che di guerra".


Il 18 ottobre presso la Cineteca di Bologna è stato presentato il film "20 sigarette", vincitore del premio Controcampo alla 67esima Mostra del cinema di Venezia, seguito da un incontro con lo stesso Amadei.

Il regista parla a ragion veduta di film di sentimenti: vuoi per l'inizio che può sembrare “leggero”, da commedia generazionale con tanto di risatine a denti stretti per le situazioni proposte e la caratterizzazione dei personaggi (ci riconosci i “coatti” romani, gli attivisti dei centri sociali forse troppo convinti, fino ad arrivare ad un live dei Cor Veleno: cose familiari ad un venti-trentenne con una cultura media – non quella televisiva, per intenderci); vuoi per il lato umano dei militari mostrato dal regista, che nel breve arco di tempo era anche diventato amico di qualcuno di loro; vuoi per il cambio drastico e drammatico di tono quando si arriva al momento dell'attentato. Stacco voluto, preciserà il regista durante l'incontro con il pubblico: “Se inizialmente, tu spettatore hai pensato che fosse un filmetto scanzonato da poco, la botta della scena dell'attentato ti da una doppia scossa: quella del dramma che un momento così giustamente suggerisce, e un senso di colpa per aver giudicato troppo frettolosamente in precedenza”. E continua: “infatti il film è giocato tutto sul senso di colpa: il tema è questo”.
Il senso di colpa dello spettatore si ricollega a quello più “macro” che si prova a far parte di una società che promuove la guerra; senso di colpa per i civili rimasti uccisi ma anche verso le vittime militari, causate da meccanismo complesso e subdolo intrecciato con i meccanismi della società occidentale - e qui, il regista sfocia in temi che andrebbero approfonditi per ore e che il pubblico, a giudicare dalle domande poste in sala, non ha né la voglia né la profondità adeguata per ascoltare. Un 15enne chiede di vedere il tatuaggio che si intravede sull'avambraccio del protagonista nella scena dell'attentato: "in ogni caso nessuno rimorso" con la "a" cerchiata, e Amadei è costretto ad ammettere che non ce l'ha davvero, ma che è un omaggio al romanzo di Pino Cacucci; una ragazza gli chiede se ha ancora gli attacchi di panico, un'altra se si ricorda ancora il volto del bambino morto che è stato caricato sullo stesso camion che lo ha portato in ospedale. Amadei glissa con nonchalanche e riesce a dire quello che vuole dire lui senza soddisfare la curiosità morbosa, poi raccoglie il suo bastone (dell'attentato ha conservato una caviglia maciullata, un timpano perforato e svariate schegge sparse per il corpo) e quando usciamo è ancora fuori dalla sala a rispondere ad altre domande. LAURA & CARLOTTA
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mercoledì 27 ottobre 2010

Deerhunter: a secret show

Perchè tutto questo sembra veramente troppo figo e troppo semplice da fare?! Non so, secondo me nella nebbia verrebbe pure meglio. Il tutto fra trattori e balle di fieno.



via (labellepop)

Live: Blank Dogs. C'era una volta la new wave, e faceva più o meno così


Blank Dogs
: nient'altro che il nome da palcoscenico di Mike Sniper, polistrumentista di Brooklyn che strizza un occhio alla new wave e uno al lo-fi e che è giunto sotto le due torri ieri sera, più precisamente al Covo, per presentare la sua ultima fatica "Land and Fixed", pubblicata il 12 Ottobre, con un concerto ad offerta libera.
Dettaglio, questo, che ha spinto i più (e anche la sottoscritta) a soddisfare la propria curiosità per questo misterioso NewYorkese.

Dopo l'esibizione del gruppo spalla (Last Europa Kiss), Blank Dogs e soci salgono sul palco in completo silenzio. La formazione è così composta: Sniper impugna una Telecaster, bello sicuro nella sua giacca sigillata fino al collo e con il cappuccio sulla testa (non sarei mai voluta essere nei panni dei suoi compagni di "camerino", dopo questa sudata) canta con distorsioni vocali che rendono omaggio al compianto Ian Curtis; alla sua destra una bassista/tastierista perennemente piegata su se stessa; alla sinistra un addetto al synth e seconda voce che è l'unico che sembra crederci veramente (canta e balla, mimando le movenze che ci si immagina ogni dj debba avere durante un'esibizione) e un immobile batterista che fa capolino da dietro, pestando sui suoi piatti scheggiati, stando in piedi tutto il tempo con occhi fissi nel vuoto.

L'attacco non è dei più entusiasmanti, ma "diamogli tempo di scaldarsi", penso. "E poi magari queste sono dell'ultimo lavoro e a me hanno parlato molto bene dei primi".
Dopo venti minuti di concerto ci si sfida a chi inventa la scusa migliore per uscire dalla sala. Motivo?
Le sonorità sono molto belle, sia inteso. I bassi sono profondi e la voce è vibrante al punto giusto, forse qualche riff di chitarra mi fa torcere il naso ma nel complesso posso dire che musicalmente sono bravi. Il problema, è il contenuto. Mi spiego meglio: Blank Dogs compie niente di più di quelli che sono degli esercizi di stile. Suona alla maniera new wave, usa quegli effetti e quelle strutture dei brani, ma non c'è anima nei pezzi, figurarsi nell'esibizione (che procede, lenta e inesorabile, dettata da questo sacerdote della replica con cappuccio nero e piumino sigillato).
Come quando da piccolo impugni la chitarra e impari gli accordi di "Come as you are" dei Nirvana. O come quando scrivi "alla maniera di quello scrittore" per allenarti all'ars scribendi.
Alla sottoscritta (e alla stragrande maggioranza del pubblico, a giudicare dai commenti raccolti dopo il concerto) è sembrato decisamente un saggio di fine anno di una scuola di musica. Tracklist: cover di un gruppo che imita i Joy Division (neanche cover degli originali).

Dopo un'ora, per fortuna, il saggio finisce. Niente bis e nessun ringraziamento particolare. Solo tanta delusione e facce annoiate che possono però rincuorarsi per non aver speso i soliti 13/15 euro che il locale di Viale Zagabria, di solito, chiede.

(pic by Lesstv)

martedì 26 ottobre 2010

Facchinau!

La notizia rimbalza da un capo all'altro della rete manco fosse una partita di ping pong. Ma è uno scherzo? Ovviamente no, lo scherzo non fa più ridere e soprattutto non si può più scherzare. Willie si candida sindaco a Bologna ed è ufficiosamente il primo candidato per le prossime elezioni.

Willie, Willie Merda, Willie Bullshit, Willie Tattoo, Willy Trip..insomma di cognomi ne ha acquisiti davvero tanti e per chi non lo sapesse (come è possibile?) il soggetto in questione è, assieme ai vari Beppe Maniglia, una delle star del Pantheon bolognese dei personaggi storici della città. Come tutti i modestissimi personaggi divinità, di Willie non si sa granché. I ricercatori più ostinati affermano che sia inglese, sulla sessantina e che militi nelle strade bolognesi sin dai lontani, sistavameglio, anni ottanta. Alcuni sostengono persino di averlo visto quando ancora non si era tatuato la faccia. Sì, perchè Uilli è conosciuto ai più per il suo caratteristico viso che gli è valso il titolo di Sciamano dell'Underground Bolognese.

E ora ci prova. Vuole sfondare a Palazzo d'Accursio, mandare a casa Herr Kanzler Anna Maria Cancellieri e portare ventate di facchinau nell'ambiente cittadino.
Lo slogan? La Politica E' Sacra. La presentazione ufficiale alla candidatura avrà luogo all'XM24 di via Fioravanti il 31 ottobre.

Che la corsa abbia inizio, quindi. Anche se forse la vera sfida per Willie sarà presentare un programma che sia più convincente di quello che presentò Beppe Maniglia alle elezioni passate (tra le tante proposte del fu Maniglia: via i semafori, piscina in Piazza maggiore, tracciare i confini della città con striscie rosse e blu).

Ce la farà? Non ce la farà? Nel frattempo, aspettiamo il programma.


Le Luci: La Vendetta II

Non so voi ma a me questa pare famigliare. Mi ricorda un album che parlava di Coop, bar e carri armati. Aspettiamo l'uscita del disco valà.

lunedì 25 ottobre 2010

Darwin Time

Qualcuno pensa ancora che l'evoluzione sia una bella novella.
Sarà.
Io credo solo a Babbo Natale.

Io odio fare le presentazioni


Da oggi in avanti (finchè non avremo voglia di andarcene al mare o chissà dove) potrete seguirci qui. Pietro, Titti, Carlotta, Laura e Giò scoveranno le notizie più insolite dal web solo per voi. Musica, Cinema, Letteratura, Fumetto, Concerti, Attualità, Fotografia, Eventi o Festival e chi più ne ha più ne metta, come ci ha ordinato Ragoo..quello alla radio. Non vi resta che seguirci ogni giorno. Noi cercheremo di distrarvi dal lavoro nel modo più proficuo possibile. No vabè, questo non è vero.

Benvenuti all'ennesimo blog totalmente inutile!

domenica 24 ottobre 2010

#Podcast - 21 Ottobre



Per chi ci ha seguito giovedì 21 sa già che l'argomento del giorno riguardava i coinquilini. Chiaro è che abbiamo spaziato, dal cazzeggio che ci contraddistingue, ad alcune notizie di una certa importanza, avvicinandoci ad argomenti molto interessanti (soprattutto per la nostra città!) come la situazione degli affitti in nero. Se vi va noi siamo qui, col nostro podcast e le nostre stridule voci. Buon ascolto!

Ps. Ah dimenticavo questa volta la nostra ciarla autogestita parlava del caso Balotelli in nazionale..no vabè, non alla studio aperto. siamo degli intellettuali noi eh!

A voi la playlist della giornata:
Julian Plenti - Games For Days (Julian Plenti is... Skyscraper, Matador, 2009)
Dum Dum Girls - Jail La La (I Will Be, Sub Pop, 2010)
White Lies - To Lose my Life (To Lose My Life..., Fiction, 2009)
Kid Cudi - Pursuit of Happiness (Man on the Moon: The End of Day, Universal, 2009)
Amor Fou - Peccatori in Blue Jeans (I Moralisti, Emi, 2010)
Blank Dogs - Open Shut (Under and Under, In The Red, 2009)


martedì 19 ottobre 2010

#Podcast - 14 Ottobre



E apriamolo questo blog. Facendolo vi posto il podcast della puntata del 14 Ottobre, la prima (se non fosse per la puntata pilota del 7). Abbiamo parlato di clienti e commessi..un duello che va avanti dall'inizio dei tempi! Abbiamo mandato tanta bella musica e abbiamo anche sentito la nostra affezionata Ciarla Autogestita. Ma naturalmente abbiamo anche cazzeggiato, che è la cosa che sappiamo fare meglio. Ascoltate e se proprio ci tenete scaricate!

Ecco la playlist:
Arcade Fire - The Suburbs (The Suburbs, Merge, 2010)
Massimo Volume - Litio (Cattive Abitudini, La Tempesta, 2010)
Iori's Eyes - Anchor (And everything fits in the yellow whale Ep, Noise Factory, 2009)
The Drums - Best Friend (ST, Island, 2010)
The Raveonettes - Dead Sound (Lust Lust Lust, Vice, 2007)
Tame Impala - Lucidity (Innerspeaker, Modular, 2010)
The Bookhouse Boys - I Can't Help Myself (ST, Universal, 2009)


Ragoo_14_ottobre_2010 by RadioRagoo

domenica 17 ottobre 2010

Radio, live transmission.


Ragoo è un termine utilizzato per indicare un sugo o una pietanza composta da numerosi ingredienti (che variano a seconda dei gusti musicali e cinematografici per lo più), ma sempre a base di carne.

Spesso il Ragoo è usato per condire momenti inutili e blasfemi.

L'etimologia della parola ha le sua basi nel francese ragôut sostantivo derivato da ragoûter, cioè "risvegliare l'appetito", e originariamente indicava dei piatti di carne stufata con abbondante condimento che poi fu usato per accompagnare le pietanze meno allettanti: in Italia, principalmente il degrado.

Per estensione il termine è spesso utilizzato impropriamente come sinonimo generico di sugo. Durante il periodo fascista, il regime tentò di "italianizzare" il termine, visto come non puramente italiano e quindi non consono al vocabolario fascista, trasformandolo in Ragutto. Gran cacata, non riuscita fortunatamente.

(Per ora) Tipici Ragoo della cucina italiana sono:
Pietro Borzì
Letizia Lodi
Laura Marongiu

Tutti i Giovedì dalle 13.00 alle 14.00 su Città del Capo Radio Metropolitana Bologna

Most Wanted