mercoledì 17 novembre 2010

Every Day The Same Dream: incubi alla portata di ogni giorno

Routine è il modo pratico e consueto di procedere nell'attività quotidiana.
La parola viene dal francese "route", strada, che deriva dal latino via rupta, cioè "via aperta", "strada battuta". Nel 1442 è attestato in francese routier, colui che conosce bene la strada;nel 1559 in italiano il verbo rumpere (da dove il succitato "rupta") esprime la facoltà di acquisire conoscenza per mezzo della pratica e dell'esperienza, più che dallo studio.È solo nel 1715 che la parola inizia a indicare anche la "ripetizione" della stessa azione nello stesso modo. (Wikipedia)



Every Day The Same Dream sarebbe un videogioco. Dico sarebbe perché solitamente i videogiochi hanno una vena ludica e divertente, o nel caso in cui facciano davvero schifo rimangono comunque una buona fonte di distrazione. Questo gioco invece ti stende con abile maestria. Il creatore è Paolo Pedercini di Molleindustria, un collettivo di programmatori milanesi nato nel 2004 che realizza videogiochi in Flash di satira e provocazione politico-sociale. Il loro pensiero è che i videogiochi siano diventati un fenomeno di massa, come tutto del resto, e che vengano di conseguenza usati per fini pubblicitari e manipolatori. L'ingenuità dell'intrattenimento muore qui per rinascere sotto le vesti di un nuovo terreno di scontro politico e culturale, in quanto forti vettori di ideologie e modelli culturali ben precisi (normalmente quelli nordamericani consumisti).

Qualche esempio inerente alla loro interpretazione di "terreno di scontro" sono The Free Culture Game dove dovrete aiutare le persone a scappare da Copyright e regole di mercato e Operazione: Pretofilia in cui, che ve lo dico affà, farete parte della task force del Vaticano assoldata per garantire l'impunità dei preti pederasti. Every Day The Same Dream è stato sviluppato nell'arco di una settimana per partecipare all'Experimental Gameplay Project. I temi centrali del videogioco sono alienazione e rifiuto del lavoro, ma il vero obiettivo di Pedercini era quello di dare un senso alla natura ciclica di molti videogiochi: play again non vuol dire necessariamente game over.



In sintesi questa è una breve storia su un giorno (incubo) comune nella vita di una persona o, per meglio dire, su ogni giorno. L'obiettivo del gioco è arrivare alla fine della giornata attraverso il cammino che si mostra predefinito e lineare: casa, traffico, lavoro per poi ricominciare da capo con la giornata successiva. Giornate brutalmente in loop, alienanti a tal punto da causare attacchi di panico al giocatore che si getterà prontamente su Fiori di Bach e derivati. Per terminare il gioco è necessario trovare le cinque diverse vie d'uscita che permetteranno al nostro alter ego di vivere una giornata fuori dalla routine, fuori dal sistema.
Non posso aggiungere altro per cui tirate un respiro, se volete munitevi di Fiori di Bach, e iniziate. Per il pigro del giorno: le soluzioni non le metto da nessuna parte quindi



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