Come tutti sanno, il regime cinese impone severe restrizioni per i servizi internet. Moltissimi siti, portali e pagine ipertestuali sono sotto costante censura e blocchi. E' il caso di YouTube e del celeberrimo motore di ricerca Google, il quale dal 10 aprile scorso si è ritirato dalla Cina. Chi pensa però che la terra dell'imperatore sia rimasta priva dei portali più conosciuti della rete, si sbaglia.
A sostituire il Tubo e a fornire un degno motore di ricerca al pari del colosso americano, ci hanno pensato Youku e Baidu ("traghettatore" in cinese). Essendo quotati in borsa, si fa presto a intuire che, per esempio dopo l'abbandono di Google, le quote per loro siano schizzate alle stelle.
Youku permette di caricare video indipendentemente dalla loro lunghezza o restrizioni sul copyright, il che permette agli utenti di caricare materiali televisivi e cinematografici quali musica, film o serie tv anche se sotto diritto d'autore, in quanto la legge sul copyright in Cina non esiste.
Youku e Baidu non sono i soli, vi son inoltre Sohu e Tudou che rappresentano rispettivamente il più grande portale cinese e il secondo servizio nazionale per il video hosting. Quest'ultimo è nato ancor prima di Youtube, sempre nel 2005 ma con un distacco di qualche mese, ed è stato il primo videoportale a quotarsi nella borsa di Wall Street.
Sohu invece si presenta come l'alternativa cinese all'americano Yahoo!, gestendo numerosi siti, tra i quali il motore di ricerca Sogou e offre servizi ad utenti privati e aziende. Tra le altre cose è stato nel 2008 portale ufficiale delle Olimpiadi di Pechino.
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